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Sepoltura di feti abortiti la dignità in una legge

DANILO POGGIO

Una proposta di legge regionale per informare i genitori sulle possibilità di inumare il feto dopo un aborto, spontaneo o volontario. È stata presentata in Regione Lazio dal consigliere Enrico Cavallari (Forza Italia) che così intende assicurare a chi vive un momento difficile la conoscenza dei propri diritti. La materia è disciplinata da un regolamento di polizia mortuaria del 1990 e prevede che sia l’Asl a occuparsi della sepoltura, se i genitori non ne fanno richiesta entro 24 ore. «Questa proposta prevede che le Asl e le strutture sanitarie private accreditate informino tempestivamente i genitori (in forma scritta, comprensibile e accessibile) sulla normativa per la sepoltura e la modalità per presentare la domanda, anche per i “prodotti del concepimento” al di sotto delle venti settimane. In questo modo, garantiremo maggiormente la privacy della donna: purtroppo in passato non sempre è accaduto». Nel testo si chiede che la Regione promuova e sostenga iniziative delle associazioni di volontariato per favorire la conoscenza del tema e fornire ai genitori aiuto psicologico e materiale. «Nella nostra esperienza, rafforzata dalla creazione di un numero verde nazionale dedicato al lutto post aborto – commenta don Maurizio Gagliardini , presidente dell’Associazione Difendere la vita con Maria – è spesso capitato che madri angosciate ci abbiano chiesto se fossimo a conoscenza di dove i cari resti del loro bambino fossero sepolti». Soddisfatta anche Olimpia Tarzia, tra le ispiratrici della proposta: «Un testo necessario, un doveroso riconoscimento della dignità umana. Con l’ufficio legislativo abbiamo valutato tutti gli eventuali profili di incostituzionalità: è inattaccabile. Troppo spesso i genitori non vengono informati del loro diritto. Questa proposta va a colmare un vuoto normativo e, come responsabile del Dipartimento bioetica e diritti umani di Forza Italia, intendo promuoverla a livello nazionale. Il Lazio può diventare un modello».

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